” SOPRA IL RITRATTO DI MADONNA CECILIA, QUAL FECE LEONARDO “
di Bernardo Bellincioni ( Firenze, 25 agosto 1452 – Milano, 12 settembre 1492 )
Di che ti adiri? A chi invidia hai Natura
Al Vinci che ha ritratto una tua stella:
Cecilia! sì bellissima oggi è quella
Che a suoi begli occhi el sol par ombra oscura.
L’onore è tuo, sebben con sua pittura
La fa che par che ascolti e non favella:
Pensa quanto sarà più viva e bella,
Più a te fia gloria in ogni età futura.
Ringraziar dunque Ludovico or puoi
E l’ingegno e la man di Leonardo,
Che a’ posteri di te voglia far parte.
Chi lei vedrà così, benché sia tardo,
Vederla viva, dirà: Basti a noi
Comprender or quel eh’ è natura et arte.
(fonte Wikipedia)
Da questo sonetto sembrerebbe evidente che Ludovico il Moro commissionò a Leonardo il ritratto di “Madonna Cecilia” Gallerani; Cecilia stessa, scrisse ad Isabella d’Este, che il ritratto di Leonardo fu dipinto quando essa era ancora in età così “imperfetta”, tanto che ormai non le assomigliava più. Parte degli studiosi è quindi concorde nel pensare che questa opera sia il ritratto giovanile di Cecilia Gallerani. Nessuna traccia è rimasta di come sia giunta nella collezione Czartoryski di Cracovia. La critica attribuisce il dipinto per positura, individuazione psicologica, definizione formale ed illuminazione, al periodo, di poco successivo, a “La Vergine delle rocce” (https://pitturiamo.org/2015/02/24/studio-di-un-angelo/). L’ermellino è emblema della purezza ed in tutto il dipinto risalta il lavoro del Maestro Leonardo teso a regalare nei secoli il senso di una giovinezza non ancora sfiorata dal tempo, di una bellezza intatta la cui vita nulla ha tolto della sua nitida freschezza, proprio come Bernardo scrisse nel suo sonetto:
Vederla viva, dirà: Basti a noi
Comprender or quel eh’ è natura et arte.