Le figure ambivalenti o ambigue, corrispondono ad immagini che possono essere lette in modi contraddittori dal sistema percettivo umano. Questo, non essendo in grado di scegliere una corretta soluzione, continua ad oscillare da un’ipotesi all’altra, in modo da poter elaborare un’ immagine congruente. Foto o disegni ambigui sono quelli che sembrano cambiare posizione nello spazio, o che possono essere interpretati in modi diversi o appartenere alternativamente al primo piano e allo sfondo.
Osservando ad esempio il cubo di Necker (rappresentazione bidimensionale ambigua, siamo nel 1832), notiamo che quella che in un primo momento appare come la faccia frontale del solido tende ad avanzare od arretrare alternativamente; non riusciamo cioè a stabilire quale sia la faccia anteriore del cubo e quale sia quella posteriore. L’effetto è interessante perché ogni parte della figura è ambigua per sé stessa ed il sistema percettivo umano elabora un’interpretazione delle parti tale da rendere l’intera figura congruente. Il cubo di Necker non è un oggetto impossibile in quanto non presenta alcuna incongruenza potendo rappresentare perfettamente un cubo reale. Derivata invece dal cubo di Necker, è una rappresentazione paradossale: il cubo impossibile, l’immagine è inconguente ed il sistema percettivo oscilla da un estremo all’altro per trovare una rappresentazione congrua impossibile (riuscite a vederla?).
Altro esempio di figura ambigua è l’opera di Giuseppe Arcimboldo, intitolata l’ Ortolano, questa volta siamo indietro nel tempo, 1590 circa: il cesto di verdura raffigurato nel dipinto, se capovolto, può essere interpretato e visto come un volto umano .. .. .. semplicemente stupefacente.