IL COLORE DELL’OMBRA

Artisti, ma anche illustratori e grafici hanno spesso rappresentato la luce in modo diverso rispetto agli effetti di luce e ombra che nel quotidiano si possono osservare. Si è sempre posto l’accento sulla luce come valore fissato dall’artista, facendone l’elemento principe del linguaggio visivo: modificando infatti il tipo di illuminazione all’interno di un dipinto, si modifica inevitabilmente il messaggio che si intende trasmettere al pubblico. Si ha spesso chiaro il concetto di luce, ma non altrettanto si può dire per l’ombra. L’ombra è nera? La luce è di colore bianco? E come sono rappresentate all’interno di un dipinto? Nel 1910 Renoir diede, ad un giovane pittore  che gli aveva mostrato un proprio quadro con una scena invernale, i seguenti consigli a proposito delle ombre e del loro colore:
” Il bianco non esiste in natura. Vedi bene che al di sopra di quella neve c’è il cielo. Il tuo cielo è azzurro. E allora quell’azzurro deve vedersi anche nella neve […..]. E osserva bene le ombre: sono veramente troppo scure. Quell’albero, per esempio, ha lo stesso colore dove batte il sole e dove è in ombra. Tu invece lo hai dipinto come se si trattasse di due oggetti diversi, uno chiaro e uno scuro. Il colore è sempre lo stesso, solo che uno ha un velo sopra. Talvolta quel velo è sottile, altre volte invece è spesso, ma resta sempre un velo. E’ così che dovresti dipingerlo. Guarda Tiziano e Rubens; lo vedi come sono sottili nelle loro ombre, così sottili che si può vedere attraverso. Le ombre non sono nere; nessun ombra è nera, ha sempre un colore.  La Natura conosce soltanto i colori; il bianco e il nero non sono colori”.
La tela torso di giovane ragazza al sole, fu esposta alla seconda mostra dei pittori impressionisti, nel 1876 e si attirò violentissime critiche: Albert Wolff, critico del Le Figaro scrisse: ” Cercate di spiegare al signor Renoir che il torso non è un ammasso di carne in decomposizione, con quelle macchie verdi e violacee […] “.

Pierre Auguste Renoir Torse, effet de soleil, c.a 1876 

Scientificamente la posizione teorica dalla quale Renoir partì era perfettamente esatta ed il risultato che l’artista raggiunse fu di grande realismo e impatto visivo, purtuttavia le aspre reazioni che il quadro si attirò ci testimoniano di come la critica ed il pubblico siano più portati a giudicare una qualsiasi immagine, non in base a ciò che gli occhi realmente vedono, ma a ciò che la mente conosce e razionalizza in schemi ben noti.

Anna, forse questo il nome della modella nel quadro, fu immortalata in un capolavoro che ancora oggi, nonostante le critiche mosse, è uno dei punti di partenza per chi è alla ricerca dei colori dell’ombra.

 

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