Anche la pittura ha una sua narrazione.. ed è solitamente organizzata secondo i canoni propri del teatro. In alcune tele i personaggi sono gli attori di uno spettacolo teatrale, disposti nello spazio come su un palcoscenico, secondo un ordine preciso ed in relazione al ruolo o all’importanza ricoperta nella vicenda narrata. Nel Giuramento degli Orazi, realizzato nel 1784 (olio su tela 330 X 425 cm) dal pittore neoclassico Jacques-Louis David, il palcoscenico teatrale risulta semplice e ordinato grazie all’utilizzo della prospettiva centrale e alla disposizione particolare delle masse delle figure, ognuna delle quali corrisponde ad una delle arcate del fondale architettonico.
La narrazione di questa famosa opera è suddivisa, infatti, in tre parti dalle colonne e dagli archi sullo sfondo, ai quali corrispondono i tre gruppi di figure in primo piano. Il punto narrante, che corrisponde anche al punto di fuga, è rappresentato dalla mano del padre che impugna le tre spade ed è non soltanto un punto narrativo, ma anche fortemente simbolico. Esiste dunque un palcoscenico della pittura “un territorio neutrale al di fuori della giurisdizione del Fato, dove le stelle possono essere scavalcate impunemente… un posto più vero e più reale non esiste in tutto l’universo (P.S. Baber?)”.