Il punto nasce quando uno strumento viene appoggiato su una superficie, per usare le parole di Kandinskij “è il risultato del primo scontro tra lo strumento e la superficie materiale”. Rappresenta l’ unità minima della “grammatica visiva”, la forma più concisa nello spazio in quanto risulta istantaneamente percepibile. Il punto ha una sua espressività ed un suo carattere determinato dalla dimensione, dal colore, dalle proprietà della superficie che lo accoglie, dalla posizione che occupa all’interno della superficie di fondo e dal gesto usato per crearlo.
Un punto può suggerire l’idea di perfezione assoluta se creato con una forma circolare regolare e definita, oppure può far intuire un’idea di totale casualità nel caso presenti caratteri sfumati e non definiti: per quanto semplice possiede quindi una propria espressività ed è in grado di trasmettere un significato.
Vorrei lasciare la parola a Vasilij Kandinskij che nella sua opera Punto, linea, superficie (1926), scrisse:
“Il punto è un piccolo mondo, separato da tutte la parti in modo più o meno uniforme, quasi strappato dal circostante. La sua fusione col il circostante è minima e sembra inesistente nei casi di massimo arrotondamento. D’altra parte il punto si regge ben fermo al suo posto e non mostra la minima inclinazione a muoversi in una qualunque direzione, né orizzontale, né verticale. Non ammette neppure il movimento dell’avanzare o indietreggiare. Solo la tensione concentrica manifesta la sua affinità interna con il cerchio – le altre proprietà si riferiscono più al quadrato.
Il punto fa presa sulla superficie di fondo e vi si stabilisce per sempre. Così esso è internamente la più concisa affermazione stabile, che sorge breve, ferma e rapida. Perciò il punto deve essere considerato, in senso esterno ed interno, l’elemento originario della pittura e specialmente della grafica”.
articolo interessante, grazie!
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