Michelangelo Merisi detto il Caravaggio

Caravaggio è il dolore oscurato di Ulisse, dell’eroe
“che molto errò.. che vide molte e delle genti l’indol conobbe; che sovr’ esso il mare molti dentro del cor sofferse affanni, mentre a guardar la cara vita intende” (Odissea, Libro Primo).
Michelangelo Merisi è stato definito come un rissoso, un incolto, un isolato, un disperato. Non cercava perchè aveva trovato già tutto. E quel tutto era dentro il suo Genio profondissimo, dentro la sua pittura, dove le muse e gli dei diventavano prostitute, bari, zingare e bevitori. Fu una specie di coscienza tenebrosa di Ulisse e come nel poema classico, analogamente nella realtà della fuga prima, continua e disperata, e nella speranza di un ritorno poi, la vicenda dell’artista è costellata di incessanti approdi e precipitosi distacchi: lo scenario è il medesimo, lo stesso, il Mediterraneo con le sue isole; Malta la cui sorella Gozo, è come l’omerica isola di Calipso .. Caravaggio espiò credendo di sottrarsi per sempre alla riparazione cui era stato condannato dalla legge dell’uomo.. espiò la sua arte, con il buio che vi calò sopra per secoli.. espiò con la straziante, dolcissima forza delle emozioni degli oranti e dei peccatori, degli appestati e dei malfattori, delle prostitute.. espiò con la sua morte disperata, solitaria, senza che nessun conto fosse stato saldato per tempo.

Il quadro con la vocazione di San Matteo rappresenta l’episodio narrato negli atti degli Apostoli:
seduto ad un tavolo e intento a contare il denaro, il gabelliere Levi d’Alfeo, in seguito Matteo, viene chiamato dal Cristo per diffondere la parola del Signore. Il gesto imperioso del Cristo, accompagnato da un fascio di luce radente e fortemente simbolico, è il motivo che domina e determina l’intera composizione del quadro. I personaggi raffigurati sono sette, i loro movimenti, la forza espressiva dei volti, accompagnano lo svolgimento visivo della narrazione, da destra verso sinistra convergendo su Matteo. La scena è ambientata al tempo presente di Caravaggio, i personaggi indossano tutti abiti settecenteschi, probabilmente in un interno di una taverna, anche se qualcuno, considerando i particolari della finestra che domina lo composizione dall’alto e della luce proveniente da destra, ha avanzato l’ipotesi che si tratti in realtà di un esterno notturno.

Una definizione del sacro da parte di un artista,  che era rivoluzionario nei suoi intendimenti , ancor prima che nel crudo realismo della specifica fattura pittorica.

<<Caravaggio sarà piuttosto il primo dell’età moderna.
Il pubblico cerchi dunque di leggere ‘naturalmente’ un pittore che ha cercato di essere ‘naturale’, comprensibile;
umano più che umanistico; in una parola, popolare>>.
Roberto Longhi

Vocazione di San Matteo - 1599/1600 olio su tela 322 x 340 cm - Caravaggio

Vocazione di San Matteo – 1599/1600 olio su tela 322 x 340 cm – Caravaggio

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