Spesso alcuni artisti per elaborare immagini fantastiche studiano e producono relazioni insolite o assurde tra oggetti o situazioni che normalmente non hanno alcun rapporto, o che addirittura sono in opposizione tra loro. René Magritte, nella sua opera L’impero delle luci (olio su tela del 1953/54, Collezione Peggy Guggenheim) crea un curioso paradosso facendo coesistere nello stesso paesaggio la luce del giorno, nella parte alta del dipinto, e l’oscurità della notte, nella parte inferiore, dove le luci della casa ed il lampione sono accesi. In quest’opera, l’osservatore non riesce subito a cogliere questa contraddizione, che una volta individuata non fa che accrescere il surreale fascino della scena.
Riportando le parole dell’autore (René Magritte, Tutti gli scritti):
«Nell’ Impero delle luci ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un cielo notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia».
Un procedimento utilizzato nell’anitichità è stato quello della fusione. Fusioni assurde e fantastiche, fusioni di oggetti, uomini o animali per formare un qualcosa di unico, straordinario, surreale oppure di bizzarro. I “grilli” antichi e medievali, ripresi anche da Hyeronimous Bosch, furono realizzati proprio seguendo questo meccanismo di fusione: teste grottesche con gambe e braccia umane che compaiono spesso tra i numerosi personaggi dei dipinti di questo autore.
Proprio da questo immaginario e da questa tecnica antica, i contemporanei illustratori hanno attinto nella creazione di personaggi fantastici e mostruosi che popolano i numerosi fumetti moderni, come le creature Di Jeff Miracola (the duelist) che sono spesso frutto di assemblaggio di varie parti di animali, sapientemente rielaborate ed adattate.