La Calunnia è un dipinto autografo di Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi detto Sandro Botticelli realizzato con tecnica a tempera su tavola nel 1497 circa. L’opera fu probabilmente regalata ad Antonio Segni, amico dell’artista, il quale la lasciò in eredità al figlio Fabio; dalla famiglia Segni pervenne successivamente a Palazzo Pitti, e nel 1773, alla Galleria degli Uffizi di Firenze, dove tutt’ora si trova. La sensibilità del pittore fu molto toccata dalla forte personalità di fra’ Girolamo Savonarola e nel contempo dai fatti drammatici che travolsero Firenze dopo la morte del Magnifico, nel 1492. Non è un caso che le opere più tarde come la Pietà del Museo Poldi Pezzoli di Milano e l’ Adorazione mistica del 1501 a Londra (National Gallery), siano testimoni di una intensa tensione spirituale, in uno stile semplificatorio e arcaizzante.
Il tema della composizione è allegorico ed è tratto dagli scritti di Luciano di Samosata (scrittore greco di origine siriana) riportato nel trattato, De Pictura, dell’Alberti e si riferisce alla falsa accusa di cospirazione contro il re Tolomeo Filopatore che un rivale rivolse ad Apelle.
L’opera del Botticelli ha una sua chiave di lettura, da destra verso sinistra:
Re Mida, riconoscibile dalle orecchie d’asino, nelle vesti di cattivo giudice, siede sul trono, consigliato da Ignoranza e Sospetto; davanti a lui sta il Livore, l’uomo con il cappuccio, coperto di stracci, che tiene per il braccio la Calunnia, donna molto bella, che si fa acconciare i capelli da Insidia e Frode, mentre con una mano trascina a terra il calunniato e con l’altra impugna una fiaccola, che sembra non spandere luce (simbolo di falsa conoscenza); la vecchia vestita di nero sulla sinistra è il Rimorso e l’ultima figura di donna, a sinistra, è la Nuda Veritas con lo sguardo e l’atteggiamento rivolto al cielo.
L’architettura teatrale del dipinto, mostra un ampio loggiato composto da pilastri con nicchie e archi a tutto sesto con lacunari; fregi dorati corrono sui plinti e nei lacunari, sulle basi delle nicchie e sopra di esse, con varie scene mitologiche; dentro le nicchie si trovano statue forse di figure bibliche e dell’antichità classica. Un piccolo aneddoto: diversi studiosi hanno notato la somiglianza tra l’immagine di Nuda Veritas della Calunnia e quella di Venus Pudica del dipinto La Nascita di Venere.
Botticelli racchiude nel quadro tutti gli ingredienti per non essere assertivi, per giudicare male il prossimo, per incatenarci nel labirinto dei nostri autoinganni negativi. Ovviamente basta fare tutto il contrario per accostarsi alla Nuda Veritas, per valutare se stessi e gli altri in modo sereno e con giudizio equilibrato.
.. E non è un caso:
oltre gli archi si vede solo un cielo cristallino, terso
(e lontano) .. .. .. .