Cronaca lontana: la zattera della medusa

Jean Louis Théodore Géricault (1791-1824), approfondisce lo studio delle opere di Michelangelo, di Raffaello e dell’antichità romana. Manifesta un grande interesse per la tragica condizione dei malati di mente e per gli avvenimenti di cronaca. Le sue opere sono caratterizzate da un’efficace e potente resa del movimento.

La zattera della medusa, 1819 - olio su tela, Parigi, Muséè du Louvre

La zattera della medusa, 1819 – olio su tela, Parigi, Muséè du Louvre

La zattera della medusa 1819, è un olio su tela, 491×716 cm, conservato a Parigi, Muséè du Louvre. Fu completato quando l’artista aveva appena 27 anni. Il dipinto rappresenta un momento di un fatto di cronaca realmente accaduto, relativo al naufragio della fregata francese Méduse avvenuto il 2 luglio 1816  nei pressi delle secche del Banc d’Arguin, vicino Nouadhibou, in Mauritania.
A causa di negligenze e decisioni errate da parte del comandante della nave, Hugues Duroy de Chaumareys, la fregata si incagliò su un fondale sabbioso.  Dopo alcuni tentativi per disincagliare lo scafo, l’equipaggio abbandonò la nave il 5 luglio 1816 su imbarcazioni di salvataggio. I passeggeri eccedenti (la ciurma)  furono posti su una zattera che venne trascinata dalle barche. Presto la zattera di fortuna affondò parzialmente causando la rottura della cima che la teneva legata alle barche del gruppo. L’equipaggio abbandonò così l’imbarcazione al suo destino, tagliando le restanti cime. Solo 13 persone furono portate in salvo dal battello Argus, il 17 luglio 1816.

Géricault scelse accuratamente il soggetto del suo primo grande lavoro, una tragedia che stava avendo risonanza internazionale, forse anche per alimentare l’interesse di un pubblico quanto più vasto possibile, rappresentando il momento dei sopravvissuti sulla zattera di fortuna.
Il dipinto una volta esposto al Salon di Parigi del 1819 generò diverse controversie, attirando in misura uguale commenti positivi e feroci condanne.
Solo in seguito questo dipinto fu rivalutato dalla critica, che lo riconobbe come uno dei lavori destinati ad incidere di più sulle tendenze romantiche all’interno della pittura francese. La scena mostra un grande senso di realtà ed i corpi sono concepiti con una solida conoscenza dell’anatomia umana.
La teatralità e l’intesa emotività della scena di questa opera sono magistralmente immortalate sulla tela.

Una curiosità:  i giudici dell’epoca condannarono il capitano solo a 2 anni di carcere e alla radiazione dal registro navale. La legge dell’epoca, per questo grave fatto prevedeva l’esecuzione a morte.

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