Come baci ?

Il bacio è sempre stato il protagonista della Storia dell’uomo e della donna. Questo gesto, il gesto più semplice, ma al tempo stesso più complesso che un essere umano, unico tra le specie animali, è capace di compiere, è stato celebrato come apoteosi in poesie e romanzi, immortalato in quadri e sculture, dall’antichità  alla grande stagione del romanticismo, sino ai nostri giorni. Per Cyrano de Bergerac il bacio è un “giuramento fatto poco più da presso, un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole, un apostrofo rosa messo tra le parole ti amo. Un segreto detto sulla bocca, un istante d’infinito che ha il fruscio d’un’ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di potersi respirare un po’ il cuore e assaporarsi l’anima a fior di labbra”; per Maupassant “ il bacio è solo una prefazione, ma più incantevole e deliziosa dell’opera stessa”; per Pablo Neruda  “in un bacio saprai tutto ciò che hai taciuto”.. mentre la dea Venere nelle Metamorfosi di Apuleio, assicurò ben sette baci in premio a chi avesse catturato la fuggitiva Psiche; Catullo invece, insaziabile, di baci ne invoca dalla sua amata e infedele Lesbia “Mille e poi cento e altri mille e ancora cento”. Alda Merini in Aforismi e magie, un volumetto illustrato con disegni a pastello da Alberto Casiraghi del 1999, del bacio così scriveva “ .. anche io come Pinocchio vendo il mio abbecedario per un bacio d’amore”.

I baci più antichi delle arti figurative sono quelli conservati negli scavi di Pompei o nel Gabinetto erotico del museo archeologico di Napoli. Ecco così il bacio sensuale fra il ciclope Polifemo,  e la ninfa Galatea in un affresco del 50-79 a.C.  a ricordo della leggenda della nascita del fiume Aci, che un tempo attraversava in superficie parte della Sicilia orientale, nella zona di Catania, dando nome a molte città e paesi del luogo, che assunsero così il prefisso di Aci, come Acireale, Acitrezza, Acicastello.

Polifemo e Galatea (Napoli, Museo Archeologico)

Polifemo e Galatea (Napoli, Museo Archeologico) – 50-79 a.C.

Attraversando i secoli arriviamo  ad un altro bacio, divenuto celebre per essere il simbolo del tradimento: “Il bacio di Giuda”. Questa splendida  opera  di Giotto, si trova conservata a Padova, nella cappella degli Scrovegni, dove per la prima volta la centralità della figura è quella di Giuda nel suo mantello giallo che subito cattura lo sguardo dell’osservatore. Siamo nel 1303 circa. La scena è catturata dalla centralità del bacio, richiamata dal giallo del mantello; solo osservando un secondo momento ci si accorge delle altre scene di corredo, come quella ad esempio di Pietro che taglia l’orecchio ad un servitore del Sommo Sacerdote, con un coltello e dell’uomo curvo in grigio che afferra lo stesso Pietro, per il mantello.

Giotto - Il bacio di Giuda

Giotto – Il bacio di Giuda – c.a 1303

Una bellissima tavola creata da Jean Hay, pittore fiammingo, noto anche come Maestro di Moulins, ci rappresenta l’ “Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta Aurea” sugellato da un bacio, l’opera è databile al 1488.

Maestro di Moulins 1488

Maestro di Moulins – Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta Aurea – 1488

A partire dal Cinquecento il bacio conquista sempre più spazio nelle opere degli artisti a volte con intento di condanna di amori facili e incontri venali, altre volte come esaltazione di lussuria vera e propria. E’ il caso del bacio appassionato nella “Venere e Cupido”, del Bronzino dove i corpi di un incarnato lucente e quasi porcellanato, sono fissati per l’eternità in una raffinata sintesi scultorea che esprime il culmine della voluttà.

Bronzino - Venere e Cupido

Bronzino – Venere e Cupido – 1540

Il Correggio nel 1532 realizza un’opera avente per tema gli amori di Giove su commissione del duca di Mantova, Federico II Gonzaga, dal titolo “Giove e Io”. Il dipinto è dedicato alla vicenda di Io, sacerdotessa di Era, così come narrata nelle Metamorfosi di Ovidio. Invaghitosi di lei, ma timoroso della gelosia di sua moglie, Giove fece calare una fitta nebbia sulla terra, seducendo così di nascosto l’affascinante fanciulla.

Correggio - Giove e IO - 1532

Correggio – Giove e IO – 1532

Siamo nel 1603 e ritorna il tema del tradimento di Giuda, il Caravaggio lascia in eredità ai posteri una splendida tela “La cattura di Cristo”. Il centro visivo del quadro è formato dalle due teste contrapposte dei protagonisti. Il perno compositivo della scena è fissato dai volti del Cristo, di Giuda e di San Giovanni, che è colto in fuga, dal viso bloccato in un urlo. Non esiste un bacio vero e proprio l’intenzione è accennata, sul lato destro del quadro un uomo, che assiste alla cattura del Cristo e che illumina la scena con una lanterna, ha le sembianze, secondo lo storico d’arte Roberto Longhi, del Caravaggio stesso. Eseguito nel corso del soggiorno romano dell’artista, fu commissionato a Caravaggio, che era ospitato dal 1601 nel palazzo del cardinal Gerolamo Mattei, dal fratello di questi, Ciriaco.

Caravaggio Bacio_Giuda

Caravaggio – La cattura di Cristo – 1603

 Nel 1620 lo stesso tema è ripreso da  Antoon Van Dyck con un’altra splendida opera intitolata anch’essa “La cattura di Cristo”, il momento immortalato dal pittore, è lo stesso: quello in cui Giuda sta per dare un bacio al Cristo.

Anthonis van Dyck -

Anthonis van Dyck – La cattura di Cristo – 1620

Nel Settecento si assiste al trionfo del bacio, il tutto è rappresentato spesso da un’atmosfera spregiudicata e priva di inibizioni. I colori delle tele sono chiari e delicati, la pennellata rapida, vibrante e molto luminosa, il bacio diventa sempre più lungo e peccaminoso, gli ambienti sfarzosi. Ecco quindi trionfare i colori di  Francois Boucher nell’opera  “Ercole e Onfale” con fruscio di sete e di variopinte lenzuola.

Francois Boucher - Ercole e Onfale -

Francois Boucher – Ercole e Onfale – 1724

Passando per il “Bacio rubato” opera del 1778 di Jean-Honoré Fragonard. Appartenuta a Stanislao Augusto Poniatowski, ultimo re di Polonia, è una delle opere più incredibili dell’artista, che grazie al benefico influsso della pittura di genere del Seicento olandese, raffigurò una galante scena di vita quotidiana. Raggiunse le sale dell’Ermitage nel 1895.

Jean Honoré Fragonard - Il bacio rubato -

Jean Honoré Fragonard – Il bacio rubato – 1778

Arriviamo verso la metà dell’Ottocento, più precisamente nel 1844, con il bacio di “Romeo e Giulietta” opera eseguita da Sir Frank Dicksee, Pittore e intagliatore dell’Età Vittoriana. L’opera in questione risente fortemente dell’influenza romantica, tanto da richiamare immediatamente alla memoria altri capolavori come Il bacio di Hayez.

Sir Frank Dicksee - Romeo e Giulietta - 1844

Sir Frank Dicksee – Romeo e Giulietta – 1844

 “Il bacio” di Francesco Hayez, è eseguito nel 1859 su commissione di Alfonso Maria Visconti di Saliceto, che alla propria morte lo regala alla Pinacoteca dell’Accademia di Brera, dove è tuttora conservato. A quest’opera spetta la palma d’oro del bacio più famoso quale icona del romanticismo, ripresa ed imitata all’infinito dalle scatole dei cioccolatini, e ricordata nella colta citazione del regista Luchino Visconti in una scena del suo film Senso, nel quale spicca la scena del bacio tra Alida Valli e Farley Granger nella Villa di Aldeno, secondo molti critici una vera e propria copia del quadro di Hayez.

Hayez - Il bacio - 1859

Francesco Hayez – Il bacio – 1859

Tre anni dopo l’opera di Hayez, nel 1862, Gerolamo Induno, nel quadro “Triste presentimento” ne riporta una copia in un quadretto appeso alla parete, vicino al camino.

Gerolamo Induno - Triste presentimento_- 1862

Gerolamo Induno – Triste presentimento – 1862

Sospeso nel blu sembra essere “Il bacio” con la finestra di Edvard Munch, realizzato nel 1892. Le due figure sono decentrate contro ogni canone compositivo tradizionale, spostate verso il margine destro del quadro; il senso di furtività è sottolineato anche dal locale modesto e disadorno, le tonalità fredde del dipinto rimandano alle atmosfere nordiche.

Edvard Munch - Bacio alla finestra - 1892

Edvard Munch – Bacio alla finestra – 1892

Nel 1892 Henri de Toulouse Lautrec dipinge “Il Bacio a letto” che probabilmente ritrae due donne in un momento di intimità, elemento trasgressivo e fuori dal comune per l’epoca. Toulouse Lautrec era un assiduo frequentatore del Moulin Rouge, tanto da essere lui stesso il disegnatore di numerose locandine del locale parigino.

Toulouse Lautrec

Toulouse Lautrec – Il bacio a letto – 1892

Con Klimt arriviamo nel Novecento e nel suo famosissimo “Bacio” (1907-1908) egli immortala l’attimo fuggente in cui universo maschile e femminile si compenetrano e si toccano. Le due figure sono immerse in uno scenario incantato, senza tempo: solo i volti e le mani sono realizzati attraverso un’attenzione pittorica che li rende naturalistici; il resto del quadro è formato da tinte piatte e volumi geometrici accostati. Nel realizzare questa opera Klimt si ispira sia alle tavole gotiche, sia ai mosaici di tradizione bizantina con i quali entra in contatto durante il suo soggiorno a Ravenna.

Gustav Klimt - Il bacio -

Gustav Klimt – Bacio – 1907/1908

Marc Chagall nel 1915 è l’autore di due sposi sospesi nell’aria che si baciano. L’opera intitolata “Compleanno” fa parte della serie di dipinti che inneggiano l’amore dell’artista per la prima moglie, Bella Rosenfeld. L’angolazione è un’angolazione impossibile. Chagall dipinge minuziosamente ogni minimo dettaglio, ad indicare che quando è con la moglie Bella ogni cosa della realtà è perfetta e assume colore.

M. Chagall - Compleanno - 1915

M. Chagall – Compleanno – 1915

Nel 1917 l’Italia è in guerra e Giorgio De Chirico raffigura nel suo  “Ettore ed Andromaca” una coppia rappresentata da due manichini, figure atemporali simboleggianti lo strazio del momento dell’addio dello sposo in partenza per il fronte;  la scenografia è immobile, tanto che i due edifici ai lati potrebbero rappresentare la scenografia di una qualsiasi città del mondo, in una qualsiasi epoca; il bacio è accennato dalla gestualità congelata.

Giorgio De Chirico - Ettore e Andromaca -

Giorgio De Chirico – Ettore e Andromaca – 1917

Di Gaetano Previati è questo splendido dipinto “Il bacio” realizzato, tra il 1920 e 1925 in tempera.

Gaetano Previati - Il bacio -

Gaetano Previati – Il bacio – 1920/25

Nel 1925 Picasso, da gigante dell’arte, e libero da ogni convenzione figurativa e da qualsivoglia necessità di somiglianza e verosimiglianza, ci rappresenta “bacio” in un olio su tela, fuori da schemi corporei convenzionali e da costrizioni fisionomiche tradizionali.

Picasso - Bacio - 1925

Picasso – Bacio – 1925

« C’è un interesse in ciò che è nascosto e ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso, una sorta di conflitto, direi, tra visibile nascosto e visibile apparente » così scrive René Magritte e così su queste parole nasce la splendida opera “Gli amanti” datata 1928, un “vedere oltre” esoterico, oracolare e non razionale che spesso si riallaccia anche alle poesia veggente di Arthur Rimbaud.

René Magritte - Gli amanti - 1928

René Magritte – Gli amanti – 1928

Arriviamo ai nostri giorni all’amore ai tempi dello smartphone. Banksy, nella sua opera  “Mobile lovers”, sostituisce il bacio con un abbraccio sparisce l’intenzione del bacio, quasi accennata resta solo un flebile abbraccio con lo sguardo puntato al telefonino, collocato dietro le spalle delle figure. Un’immagine forte, anche se appena accennata, in ombra, scura, che interpreta la freddezza dei rapporti, l’indifferenza, la superficialità. Un’opera che nasconde molto più di quello che sembra, amanti ma solo di nome, amanti senza amore, senza passione…  lontani seppur così vicini.

Banksy, Mobile lovers

Banksy, Mobile lovers – Street Art

Banksy-street-art

Banksy-street-art

 

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