Il relitto è la testimonianza e l’espressione della vita trasformata. Nel suo passato “canterino” e prorompente della superficie “il relitto” falcava onde e avventure, raccoglieva testimonianze silenziose, segrete, vissute, conosceva la vita misteriosa del Mare attraverso la mano dell’uomo. Invece ora si trova a subire la trasformazione del destino che l’ha inghiottito e lo ha fatto suo, per trasformarlo in una fusione solida col liquido che lo governa.
Ora è un’anima silenziosa che respira e invoca, rammentando nel canto notturno, il sole della superficie..
– Tratto da “La profondità dentro ognuno di noi” di Cristina Freghieri –
Forse proprio sentendo queste parole, tanti artisti dipinsero e raccontarono del Mare, delle sue storie, delle navi costruite dall’uomo che lo solcavano verso ignoti destini, confidando soltanto nella magia delle polene intagliate nel legno o delle decorazioni dipinte sulla prua.
“…ci insegnò anche che il Mare
non era il “mondo del silenzio”,
come molti avevano cominciato a definirlo, bensì un mondo
percorso da urla mentali che non si percepiscono con le orecchie
ma con cuore e mente dell’uomo”
– Enzo Maiorca –