Fu un maestro nella difficile tecnica dell’acquarello, nato a Roma, 11 maggio 1845 fu uno dei più validi esempi del filone del Realismo del tardo Ottocento. Di tutte le sue opere quella che più gli ha dato notorietà in tutto il mondo è indubbiamente la “Roma sparita”, usando le sue stesse parole, “Roma pittoresca/Memorie di un’era che passa”: si tratta di 120 acquerelli (ognuno di dimensione di circa 53×75 cm., orizzontali o verticali), suddivisi in tre Serie da 40 l’una. I suoi dipinti sono l’unica testimonianza a colori del mutamento della città di Roma, nel corso del tempo. Molte furono le zone di Roma interessate da questi … mutamenti: la demolizione di tutte le case sulla sponda sinistra del Tevere e su quella destra nella zona di Trastevere, per proseguire con Villa Ludovisi, considerata il più bel giardino d’Europa, se non del mondo, la completa distruzione del Ghetto di Roma (è stato uno dei pochi artisti ad aver immortalato a colori questa storica parte della capitale abitata dalla comunità ebraica di Roma) per poi terminare con l’irreparabile perdita del Porto di Ripetta (nell’ultima foto) e di quello di Ripa Grande. I successivi sventramenti della città durante il fascismo hanno portato ad ulteriori distruzioni di altre zone di Roma come la “Spina di Borgo” di fronte alla basilica di San Pietro (per costruire l’attuale via della Conciliazione) e tutta la zona compresa tra piazza Venezia e il Teatro Marcello, da un lato, e la via Alessandrina, dall’altro, con l’abbattimento della casa di Giulio Romano. Ricordiamo anche la scomparsa della Meta Sudans una fontana di età flavia, che si trovava vicino al Colosseo. I resti della fontana flavia sono stati demoliti definitivamente tra il 1933 e il 1936, insieme ai resti della base del Colosso di Nerone, durante i lavori per la costruzione di Via dell’Impero (attualmente Via dei Fori Imperiali) sotto l’epoca fascista.
Ineressante ! Metterei qualcosa sulle tecniche 🙂 !
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